Discesa in Val Seriana dal Monte Rena per il Bomba Trail, Petello.
Eccellente sentiero tecnico S3 dalla cima del Monte Rena.
Si sale da Albino passando per Desenzano al Serio. E' una lunga e a tratti ripida cementata. Dal Col del Batés si scende leggermente per un sentiero S1, per continuare la risalita sempre per sentiero fino a Ganda. Ci sono alcuni passaggi tecnici in salita, ma è per la maggior parte facile con una E-Bike. Dal paese di Ganda si raggiunge facilmente la cima del Monte Rena tramite strada.
La discesa parte dalla cima del Monte Rena tagliando per i ripidi prati fino alle baite sottostanti dove riprende un facile sentiero fino a un capanno da caccia (se però c'è l'erba alta, evitate di tagliare per i prati e usate solo i sentieri segnati).
Oltre il capanno inizia un ottimo sentiero tecnico S3, fino alla Madonna di Petello.
Si continua la discesa tecnica, che presto diventa un S4 decisamente difficoltoso. Questa parte si evita tagliando sulla destra, con una serie di tornanti S3,
che riporta alla discesa principale S3 decisamente ripida.
Si contiuna fino a Petello dove si incontra la strada.
Monte Rena, Bomba Trail, Petello
Salita Comenduno, Col del Batès, Ganda, Monte Rena
Itinerario ad anello in Valle Imagna lungo il Sentiero del Castagno di Corna Imagna.
Itinerario escursionistico promosso dal comune di Corna Imagna. E' nato principalmente per l'escursionismo a piedi, ma è fattibile anche in MTB. Non è un percorso discesistico, sono più trasferimenti e sali scendi. Date le numerose salite per sentieri, una E-Bike e una buona tecnica di salità sono decisamente consigliate, altrimenti rischiate di farlo a piedi.
Il giro si effettua in senso antiorario. Il sentiero è ben marcato con cartelli marroni. La traccia GPS è comunque utile.
La traccia segue fedelmente il sentiero pedonale originale, a parte il verso di percorrenza che la cartellonistica pedonale indica come orario.
Si parte da Corna Imagna passando davanti alla chiesa e si procede verso il cimitero. Si passa quindi da Cà Gavaggio, Calcinone, Roncaglia, Siva, Cà Berizzi, Regorda e si risale a Corna Imagna.
Discesa in Val Seriana dal Monte Poieto, Cornagera, Ama, Valgua.
Sentiero molto tecnico S3, con punte S4 e vari tratti a piedi. Siete avvisati. In particolare c'è un gradone dove è meglio essere in due per passarsi la bici.
Si sale da Albino passando per Desenzano al Serio. E' una lunga e a tratti ripida cementata. Dal Col del Batés si scende leggermente per un sentiero S1, per continuare la risalita sempre per sentiero fino a Ganda. Ci sono alcuni passaggi tecnici in salita, ma è per la maggior parte facile con una E-Bike.
Dal paese di Ganda si raggiunge il Passo di Ganda e si sale per la cementata dell'Osservatorio astronomico che porta velocemente fino ai prati sotto il Monte Poieto.
La traccia evita il ripido pratone finale con una deviazione a destra, che presenta una salita molto più dolce.
Dal prato del Monte Poieto si sale fino alla cima dove inizia la discesa verso la Cornagera. E' subito tecnica S3, ed in breve si raggiunge il primo tratto a piedi.
Ancora qualche gradone S3, e si continua per la facile cresta S1 fino alla prima deviazione a destra.
Dalla deviazione, c'è subito una altra coppia di gradoni, con il secondo anche difficile da passare a piedi.
Si continua con difficoltà tecnica S3, e a seguire S2. Appena prima di incrociare la strada di Aviatico, c'è un breve tratto S3 con un passaggio S4.
Da Aviatico si continua per la mulattiera S1 che porta a Ama, si attraversa il paese e si continua un sentiero S2 per Pradale.
La traccia taglia a sinistra prima di raggiungere i ruderi della frazione, se volete vederli andate dritti e curvate a sinistra alla successiva.
Da Pradale c'è un tratto tecnico S3, essendo a Nord e infossato nella valle, è anche spesso umido.
Raggiunto il fondo della valletta si risale per un sentiero pedalabile, fino a raggiungere Amora Bassa dove si incontra il sentiero che arriva da Camocco.
Alla cappelletta, non si continua per la mulattiera, ma si svolta a destra nel prato, e al limitare del bosco ci si immette nel labile sentiero che scende molto pendente.
A parte la pendenza iniziale S3, è un bel S2, ma sul finire la difficoltà improvvisamente passa ad S4 e oltre, con vari passaggi da fare a piedi. E' comunque un tratto breve, circa 5 min, e presto di ritorna a un bel sentiero S1 fino a Valgua.
Itinerario ad anello in Valle Imagna lungo il sentiero Antiche Tracce di Berbenno.
Itinerario escursionistico promosso dalla Pro Loco di Berbenno. E' nato principalmente per l'escursionismo a piedi, ma è fattibile anche in MTB. Non è un percorso discesistico, sono più trasferimenti e sali scendi. Date le numerose salite per sentieri, una E-Bike e una buona tecnica di salità sono decisamente consigliate, altrimenti rischiate di farlo a piedi.
Il giro si effettua in senso anti-orario. Il sentiero è marcato molto poco, con il simbolo di una impronta di piede rossa. La traccia GPS è quindi necessaria.
C'è un punto parzialmente franato (autunno 2022) nel sentiero in salita tra Ceresola e Foppo, ma si passa con attenzione.
Si parte dalla chiesa di Berbenno, si scende dalla mulattiera per Cà Passero dove inizia l'anello per Barca, Ceresola, Foppo, Como, Tomba del Partigiano, Colle di Berbenno, CAT, San Pietro, Ca' Previtali, Valle Brunone, Carpeno, Cà Passero e si risale per la stessa mulattiera fatta in discesa per ritornare a Berbenno.
Discesa in Val Seriana dal Monte Poieto, a Ganda, Camocco e Albino.
Bel sentiero tecnico S2, non troppo difficile. Disegna gemella di Amora.
Si sale da Albino passando per Desenzano al Serio. E' una lunga e a tratti ripida cementata. Dal Col del Batés si scende leggermente per un sentiero S1, per continuare la risalita sempre per sentiero fino a Ganda. Ci sono alcuni passaggi tecnici in salita, ma è per la maggior parte facile con una E-Bike.
Dal paese di Ganda si raggiunge il Passo di Ganda e si sale per la cementata dell'Osservatorio astronomico che porta velocemente fino ai prati sotto il Monte Poieto.
La traccia evita il ripido pratone finale con una deviazione a destra, che presenta una salita molto più dolce.
La discesa parte dal Monte Poieto scendendo per il ripido pratone fino a Cà de Spì. Alcuni tratti S2 per la pendenza.
Si continua per il sentiero nel bosco, a tratti S2, fino alla cementata dell' Osservatorio astronomico. Si procede per la strada fino a Ganda
Dal paese si prende la strada sulla destra che porta a un bel e lungo sentiero, a tratti S2, che passa per Camocco e per la Madonna del Canciù.
Si riconnette al sentiero che scende da Amora che porta alla Madonna di Petello.
Si continua con tratti di sterrata e sentiero S1, fino a ritornare ad Albino.
Itinerario ad anello in Valle Imagna lungo il Sentiero dei Ponti di Sant'Omobono Terme.
Itinerario escursionistico promosso dal comune di Corna Imagna. E' nato principalmente per l'escursionismo a piedi, ma è fattibile anche in MTB. Non è un percorso discesistico, sono più trasferimenti e sali scendi. Date le numerose salite per sentieri, una E-Bike e una buona tecnica di salità sono decisamente consigliate, altrimenti rischiate di farlo a piedi.
Il giro si effettua in senso orario. Il sentiero è ben marcato con cartelli blu. La traccia GPS è comunque utile.
La traccia ha delle modifiche rispetto al sentiero pedonale originale per migliorare la ciclabilità in salita. In particolare non si risale a Malisetti ma si continua per la mulattiera sottostante.
Si parte da Sant'Omobono Terme prendendo la ciclopedonale. Si passa quindi da Brancilione, Ca' Prospero, Locatello, Cilipiano, Gandino, Selino Alto, Ca' del Leo, Brancilione e si ritorna a Sant’Omobono Terme per la ciclopedonale.
Discesa in Val Serina passando dal Rifugio Capanna 2000 per la Val Vedra.
Discesa con un tratto iniziale S3, poi sempre facili S1, con qualche trattio S2.
Si parte da Oltre il Colle e tramite asfalto si raggiunge Zambla Alta e Plassa dove inizia la salita per la Capanna 2000, prima su asfaltata, e dal parcheggio su cementata.
Nel primo tratto asfaltato, si passa accanto alla Cattedrale Vegetale, ormai quasi completamente dismessa dopo il crollo del 2018.
Dalla Capanna 2000 inizia la discesa per il Sentiero dei Fiori. Un breve tratto iniziale S3, a cui segue una discesa S2, prima della risalita per il Passo della Val Vedra.
Con una E-Bike è praticamente tutta cclabile, ma con passaggi tecnici in salita. Con una muscolare, vari tratti a spinta.
Dal passo si scende leggermente verso la Baita Branchino, e si risale subito per ritornare in Val Vedra.
Inizia una lunga discesa S1 per prati. Poco dopo la vasca per abbeverare gli animali, fate attenzione a prendere il sentiero sulla destra, e non continuare per il sentiero in discesa di fondo valle. Ma si risale sul lato destro fino alla Baita Zuccone.
La discesa continua alternando tratti S1 con altri un poco più tenici S2 fino a Pian Bracca.
Si continua per facili e veloci sentieri S1, fino a sotto a Oltre il Colle. Ocorre risalire qualche tornante su alfalto.
Itinerario ad anello in Valle Imagna lungo il Sentiero dei Giganti.
Itinerario escursionistico promosso dalla GAL Val Brembana. E' nato principalmente per l'escursionismo a piedi, ma è fattibile anche in MTB. Non è un percorso discesistico, a parte la discesa finale (difficoltà massima S2), sono più trasferimenti e sali scendi. Date le numerose salite per sentieri, una E-Bike e una buona tecnica di salità sono decisamente consigliate, altrimenti rischiate di farlo a piedi.
Il giro si effettua in senso orario. La traccia GPS è necessaria.
La traccia ha delle modifiche rispetto al sentiero pedonale originale per migliorare la ciclabilità in salita. In particolare al ponte di Ca Prospero si sale a Cabrignoli per sterrata e non mulattiera.
Si parte da Sant'Omobono Terme prendendo la ciclopedonale. Si passa quindi da Rota d’Imagna, Cà Piatone, Chignolo, Brumano, Contrada Orso, Borgo di Arnosto, Fuipiano, Cascina Piazzacava, Corna Imagna, Cà Roncaglia, Fusine e si ritorna a Sant’Omobono Terme.
Discesa in Val Serina passando dal Rifugio Capanna 2000, alla Cima di Grem e Zambla Alta.
Discesa S2 sulla cresta iniziale, poi velocissimi S1 per prati, e finale S2 con breve tratto S3.
Si parte da Zambla Alta e tramite asfaltata si raggiunge Plassa dove inizia la salita per la Capanna 2000, prima su asfaltata, e dal parcheggio su cementata.
Nel primo tratto asfaltato, si passa accanto alla Cattedrale Vegetale, ormai quasi completamente dismessa dopo il crollo del 2018.
Dalla Capanna 2000 c'è un breve tratto di discesa con alcuni metri non ciclabili. Si continua con un bel traverso, sali e scendi, che porta prima alla Baita Zuccone e a seguire alla Baita Camplano.
Dalla Baita Camplano inizia un tratto in salita più ostico, che richiede più volte di scendere dalla bici, fino ad una bocchetta che porta sull'altro versante. Subito oltre la bocchetta c'è un breve tratto in discesa S3, dove è meglio avere le protezioni.
Continua con un traverso ciclabile fino alla Bocchetta di Grem. Questo traverso è esposto, ma è sempre decisamente largo, e si fa in tranquillità.
Dalla Bocchetta di Grem è quasi tutta a spinta fino alla Cima di Grem. 10 minuti, ma faticosi.
Dalla croce si segue l'evidente cresta. Anche qui il sentiero è sempre largo, e non ci sono problemi con l'esposizione.
Al finire della cresta si prosegue la discesa per il prato. Fate attenzione ad un tratto S3 per la pendenza elevata. Dopo questo tratto ripido, la discesa è un facile e velocissimo S1.
Alla Baita Alta di Grem si incontra la cementata, ma si continua per il sentiero che ne taglia i tornanti fino alla palina CAI. Qui si svolta a destra sulla cementata.
Alla prima curva sulla cementata, si prosegue dritti per il Sentiero del Sapli. E' un S2, attenzione ad alcuni punti con sentiero stretto ed esposto. Dopo una breve sequenza di tornanti S3, diventa un facile S1 che riporta a Zambla Alta con alcuni tratti in salita.
Discesa in Val Taleggio dal Rifugio Nicola, al Corno Zuccone, per il sentiro 158B fino a Sottochiesa
Discesa S2 che alterna tratti flow a tecnici.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfaltata si raggiunge Pizzino. Si sale per sterrata fino ai Piani di Artavaggio. Si prosegue la salita su ripida sterrata fino al Rifugi Nicola.
Dal rifugio inizia la discesa che segue in parte la pista da sci e prosegue per altri sentieri S2 fino ai Piani di Artavaggio.
Si segue la sterrata in discesa verso Avolasio. Attenzione a prendere la deviazione a sinistra con indicazione 151. Si continua sempre per sterrata fino all'inizio del sentiero 152. Ancora per sterrata, che però si lascia alla prima curva a sinistra per continuare nel pianoro erboso. Si aggira la collinetta sulla destra e si riconnette al sentiero 152 che passa sul lato destro del Corno Zuccone.
Allo spiazzo erboso, si prosegue dritto seguendo una labile traccia di sentiero nell'erba. All'ingresso nel bosco il sentiero diventa più evidente.
Ci si connette al sentiero 151B, che in costa prosegue la discesa con alcuni tratti tecnici S2.
Ci si riconnette alla sterrata che porta a Reggetto. Si prosegue con la veloce mulattiera S1 per San Bartolomeo, e tramite un bel traverso si raggiunge Salzana ed in salita Pizzino.
Si scende dalla mulattiera della chiesa fino a Sottochiesa
Rifugio Nicola, Piani di Artavaggio, Corno Zuccone, 151B, Reggetto
Salita Pizzino, Piani di Artavaggio, Rifugio Nicola
Itinerario ad anello in Valle Imagna lungo il sentiero della Cultura Casearia di Corna Imagna.
Itinerario escursionistico promosso dal CAI e dal GAL Valle Brembana. E' nato principalmente per l'escursionismo a piedi, ma è fattibile anche in MTB. Non è un percorso discesistico, a parte la discesa finale (difficoltà massima S2), sono più trasferimenti e sali scendi. Date le numerose salite per sentieri, una E-Bike e una buona tecnica di salità sono decisamente consigliate, altrimenti rischiate di farvi molti tratti a piedi.
La traccia ha delle modifiche rispetto al sentiero pedonale originale per migliorare la ciclabilità in salita. In particolare da Ca Taicco si sale a Recudino per un sentiero secondario e non per la mulattiera principale.
Il giro si effettua in senso antiorario. Il sentiero è ben marcato dal CAI, ma la traccia GPS è consigliata per i numerosi incroci.
Si parte da Corna Imagna e tramite mulattiere si arriva a Canito, dove inizia un lungo sali e scendi per sentieri che ci porta nei pressi di Ca’ Taiocchi.
Inizia la risalita su sentiero fino a Recudino incrociando una sterrata che porta fino a San Pietro.
Breve discesa, ed ancora risalite per sterrate e sentieri fino alla Chiesa di Blello, Curnino Alto terminando alla Bocchetta di Piazzacava.
Inizia la discesa per un sentiero tecnico misto flow S1, con punte S2. Si passa nei pressi di Ca Gavaggio e si chiude l'anello a Corna Imagna.
Discesa in Val Taleggio dal Rifugio Nicola, al Corno Zuccone fino a Fraggio e Sottochiesa
Discesa con alcuni tratti tecnici ma brevi. Principalmente S2, con alcuni passaggi S3.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfaltata si raggiunge Quindicina. Si sale per cementata fino al Rifugio Gherardi. Si continua per facili sentieri con sali e scendi fino ai Piani di Artavaggio. Si prosegue la salita su ripida sterrata fino al Rifugi Nicola.
Dal rifugio inizia la discesa che segue la pista da sci. E' un facile S1, con alcuni tratti S2 per sassi smossi. Si ritorna velocemente ai Piani di Artavaggio. Si segue la sterrata in discesa verso Avolasio. Attenzione a prendere la deviazione a sinistra con indicazione 151. Si continua sempre per sterrata fino all'inizio del sentiero 152. Ancora per sterrata, che però si lascia alla prima curva a sinistra per continuare nel pianoro erboso. Si aggira la collinetta sulla destra e si riconnette al sentiero 152 che passa sul lato destro del Corno Zuccone.
Con la vetta sulla sinistra, si lascia il sentiero 152 e si svolta a destra. Qui c'è il tratto più tecnico S2 con alcuni passaggi S3 che finisce su una sterrata.
Seguire fedelmente la traccia per i numerosi incroci e tratti per sentieri poco frequentati che portano fino a Fraggio. Nell'ultima discesa S2, fate attenzione a un punto esposto.
Da Fraggio si scende per la mulattiera principale, ma con una deviazione a sinistra si risale velocemente a Pizzino.
Con facili mulattiere S1 si giunge a Sottochiesa.
Rifugio Nicola, Piani di Artavaggio, Corno Zuccone, Fraggio
Salita Quindicina, Rifugio Gherardi, Piani di Artavaggio, Rifugio Nicola
Discesa in Val Taleggio dalla Cima di Piazzo all Bocchetta Reghadur, Rifugio Gherardi, Fraggio e Sottochiesa
Percorso in quota e discesa tecnica S2, a tratti S3.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfalto si raggiunge Pizzino. Poco oltre, inizia la sterrata che porta fino ai Piani di Artavaggio e al Rifugio Nicola.
Dal rifugio si prosegue per il pianoro a nord, e si risale con tratti a spinta lungo la cresta. Alla bocchetta, si risale lungo il sentiero a sinistra. Dopo il primo tratto a spinta,
si pedala fino alla Cima di Piazzo.
Dalla cima si scende lungo la cresta sud per il facile pratone S2. C'è solo una labile traccia di sentiero, ma basta seguire la cresta.
Nel tratto prima della bocchetta, la difficoltà aumenta ad S3 per la pendenza. Quando diventa eccessiva, girare a destra/ovest tagliando in costa lungo il prato fino a ricongiungersi al sentiero percorso in salita.
Raggiunta la bocchetta, non scendere lungo la cresta sud, ma prendere il sentiero più facile a destra/ovest. È un S2 con qualche sasso smosso nel tratto iniziale. Raggiungere il pianoro sopra il Rifugio Nicola.
Si prosegue lungo il sentiero 101, costeggiando il versante nord del Monte Sodadura. È un lungo sentiero S1 in costa con qualche saliscendi. Si prosegue per il Passo Sodadura fino alla Bocchetta Regadur.
Dalla bocchetta inizia la discesa. È un tecnico S2, ma occorre fare attenzione ad alcuni punti esposti. Dai prati dei Piani di Alben diventa un facile S1 che porta al Rifugio Gherardi.
Si continua con facili S1 tra i prati, con un tratto finale S2 per arrivare a Quindicina dove inizia la strada asfaltata.
Per evitare l'asfalto, la traccia continua tra i campi connettendo vari tratti di sentiero usati per raggiungere le varie cascine. Se c'è erba alta, potrebbe non essere possibile percorrere questo tratto, ma si può scendere per l'asfalto per un pezzo e rientrare poco più avanti all'incrocio per Fraggio.
Da località Cavrossen ci si connette a una mulattiera S1 che riporta sulla strada asfaltata fatta in precedenza in salita. Si sale ancora per un breve tratto prendendo la prima deviazione a sinistra che porta al borgo di Fraggio tramite una strada cementata.
Da Fraggio ricomincia la discesa per facili mulattiere S1 passando per il Santuario di Salzana, che riportano a Sottochiesa.
Cima di Piazzo, Bocchetta Regadur, Rifugio Gherardi, Fraggio, Sottochiesa
Salita Pizzino, Piani di Artavaggio, Rifugio Nicola, Cima di Piazzo
Discesa in Val Taleggio dal Pizzo Baciamorti al Rifugio Gherardi e Sottochiesa
Percorso in quota con tratti di discesa S2, principalmente S1. Salita con tratti a spinta. E' simile al percorso Pizzo Baciamorti, Sottochiesa ma in senso inverso. Questo ha un tratto più duro in salita a spinta.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfalto si raggiunge Quindicina. Si segue inizialmente la cementata che porta al Rifugio Gherardi, ma la si lascia per prendere il sentiero 153 fino al Passo Baciamorti.
Il sentiero è interamente ciclabile. Poco dopo l'inizio del sentiero, a un capanno da caccia, c'è un bivio con indicazione Baciamorti a sinistra e in costa. Prendere invece la deviazione a destra in discesa, che risale poco dopo. Quel tratto in costa non è ciclabile.
Dal passo si sale lunga la cresta erbosa. Ci sono alcuni tratti a spinta, ma per la maggior parte è ciclabile con una E-Bike, almeno fino al tratto finale.
L'ultimo tratto è veramente ripido e si fa fatica anche a spingere, ma in pochi minuti si arriva alla cima.
La discesa inizia seguendo la cresta verso il Monte Aralalta. E' un facile sentiero S1 in leggera discesa, ma fate attenzione all'esposizione. Al termine della cresta, scendere per il sentiero nel prato. Ripido, ma non pericoloso.
Il sentiero prosegue con un breve tratto in salita, fino a una conca erbosa, che si attraversa, per riprendere il sentiero roccioso. Si passa appena sotto la Bocchetta di Regadur, ed inizia la discesa per il Rifugio Gherardi. Un primo tratto S2, attenzione ad un punto esposto, e dai Piani d'Alben veloci prati S1.
Dal rifugio è un facile S1 fino a Quindicina dove arriva la strada asfaltata.
Per evitare l'asfalto la traccia continua tra i campi connettendo vari tratti di sentiero usati per raggiungere le varie cascine. Se c'è erba altra potrebbe non essere possibile fare questo tratto, ma si può scendere per l'asfalto per un pezzo e tramite la prima cementata a sinistra rientrare a Retaggio.
Da Retaggio è un facile e veloce S1 fino a Grasso. Si risale per asfaltata fino a Pizzino e dal cimitero si scende a Ca Corviglio. Si riprende il sentiero S1 che porta fino a Sottochiesa con un tratto finale in salita.
Discesa in Alta Val Brembana nei pressi di Roncobello, dalle Baite di Mezzeno al Passo del Vendulo, Piccarelli, Bordogna e Lenna
Discesa mista con tratti tecnici con punte S3, e tratti flow veloci S1. Salita principalmente su asfalto. Una salita alternativa per sentieri la trovi nel percorso Porta delle Cornacchie.
Si parte da Lenna dal Santuario della Madonna della Coltura. Si procede in leggera salita per alcune sterrate e sentieri fino al Cantone San Francesco e proseguendo per sterrate al Cimitero di Bordogna.
Dal cimitero si prosegue per asfalto, con una deviazione per il Mulino Baresi, e proseguendo su asfalto fino a Roncobello. Superato il paese si devia per la sterrata della Pista da Fondo, si passa dall'Oasi Alpina di Roncobello e si riprende la salita su asfalto fino alle Baite di Mezzeno.
Dalle baite si ripercorre un breve tratto a ritroso, si prende il primo sentiero sulla sinistra (freccia bianca sull'asfalto). E' un tecnico con alcuni passaggi S3 nel primo tratto. Dopo diventa un facile S1 fino a incrociare la strada.
Si risale fino al primo tornante, e si prende il Sentiero del Barca. Sentiero in costa con alcune difficoltà tecniche S2 ed alcuni tratti esposti. Termina su una sterrata con un passaggio S4, fai attenzione.
Si prosegue sulla sterrata con qualche sali e scendi, che si trasforma in un facile sentiero S1 fino al Passo del Vendulo.
Si continua la discesa veloce S1 per facili mulattiere. passando per Piccarelli, Baresi e Bordogna. Moderare la velocità nei pressi delle case.
Ci si ricongiunge alla traccia della salita al cimitero Bordogna. Dopo il ponticello, continuare per la sterrata fino ad un sentiero S1 sulla destra che termina al Cantone Santa Maria. Un ultimo tratto di salita per raggiungere il Cantone San Francesco, dove inizia il tratto finale S1, molto veloce e flow.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfalto si raggiunge Pizzino e Quindicina. Qui inizia la cementata che porta al Rifugio Gherardi.
Si continua per un facile sentiero fino ai pressi dell' Ex Rifugio Battisti dove inizia un bel traverso in costa fino ai Piani di Artavaggio.
Il sentiero di discesa inizia tra l'Albergo degli sciatori e la sterrata che sale alla sua destra. Il sentiero segnato si infila nella valletta ed è un poco ripido con difficoltà S2, ma prendendo una delle tante tracce secondarie che si spostano nel prato sulla sinistra la pendenza è molto più dolce.
Il sentiero continua con facili S1, anche molto veloci, e incrocia più volte la strada sterrata che sale, fino all'incrocio segnato per Reggetto, che si prende.
Si continua per facili sentieri S1 e tratti di sterrate, fino a ritornare a Sottochiesa. Nell'ultimo tratto di discesa, dopo San Bartolomeo ci sono alcuni passaggi di difficoltà S2.
Piani di Artavaggio, Reggetto, Sottochiesa
Salita Quindicina, Rifugio Gherardi, Piani di Artavaggio
Discesa in Alta Val Brembana nei pressi di Roncobello, da Porta delle Cornacchie, a Piccarelli, Bordogna e Lenna
Discesa flow con tratti molto veloci S1 con qualche difficoltà tecnica S2. Salita tecnica ed impegnativa. Una salita più semplice la trovi nel percorso Baite di Mezzeno.
Si parte da Lenna dal Santuario della Madonna della Coltura. Si procede in leggera salita per alcune sterrate e sentieri fino al Cantone San Francesco e proseguendo per sterrate al Cimitero di Bordogna.
Dal cimitero la traccia prosegue per mulattiere e sentieri passando per la frazione Valsecca e proseguendo fino alla pista di fondo Roncobello.
Ci sono tratti di salita tecnici e impegnativi, ma sempre interamente ciclabili con una E-Bike.
In alternativa, è possibile dal Cimitero di Bordogna raggiungere la strada asfaltata che porta a Roncobello evitando tutte le difficoltà tecniche della salita.
Alla pista di fondo si percorre la sterrata fino all' Oasi Alpina di Roncobello. Un breve tratto di asfalto per raggiungere Capovalle e si prende la Strada Piana che, senza difficoltà, porta al Passo del Vendulo. Qui inizia l'ultima fatica con la salita alla Porta delle Cornacchie. Qualche passaggio tecnico, ma sempre ciclabile.
La discesa inizia facendo l'ultimo pezzo di salita a ritroso, ma al primo incrocio svoltare a destra, per prendere un bel sentiero S1, con solo qualche difficoltà tecnica S2 nel finale per qualche gradino.
All'incrocio, si può anche andare dritti per prender un sentiero più tecnico S2, ma un poco meno bello.
Dopo la scaletta, si procede in leggera discesa fino a Piccarelli, dove riprende la discesa veloce S1 per facili mulattiere. Moderare la velocità nei pressi delle case.
Ci si ricongiunge alla traccia della salita al cimitero Bordogna, ma subito dopo il ponticello, si svolta a destra nei pressi di una baita, con un altro bel sentiero S1 che termina nei pressi del Cantone Santa Maria. Un ultimo tratto di salita per raggiungere il Cantone San Francesco, dove inizia il tratto finale S1, molto veloce e flow.
Discesa in Alta Val Brembana dalla Cima Montebello, Lago Moro, Ex Pista Downhill e Carona.
Giro misto con un po' di tutto. Dal freeride, a facili sterrate alla ex pista downhill di Carona.
Si parte da Carona e si sale sotto la seggiovia per la ripida sterrata. Con una E-Bike è ciclabile, con una muscolare rassegnatevi a spingere per vari tratti. All'arrivo della seggiovia si entra nella conca della Val Carisole e si risale, sempre su sterrata, fino al Passo della Croce.
Si continua la salita fino a Montebello ed al Lago Moro. Gli ultimi metri prima della diga sono a spinta.
Si continua a spinta fino al Passo di Valcervia e alla Cima Montebello dove inizia la discesa. Sono circa 15 minuti a spinta. Agevole anche con E-Bike.
Il sentiero scende nel prato lungo la valletta verso il Lago Moro. E' un tecnico S2 con qualche passaggio S3.
Dal lago si ridiscende per la stessa sterrata fatta in salita, fino al Passo della Croce dove si imbocca il sentiero che prosegue in costa e si riconnette alla sterrata sottostante. C'è un minimo di esposizione, e volendo si può optare per la sterrata.
Si prosegue fino al Rifugio Mirtillo dove ricomincia la discesa. E' un facile S1 accanto alla sterrata, che velocemente riporta all'arrivo della seggiovia.
Si procede oltre la seggiovia e si prende una strada erbosa per un centinaio di metri fino all'inizio del sentiero che era la Pista Downhill di Carona. Un bella discesa S2 nel bosco di abeti. Non è molto frequentata e a volte occorre cercare la traccia.
La pista riporta sulla sterrata sulla seggiovia, dove dopo un tornante si può riprendere il sentiero. Questo tratto è un più tecnico S3 che riporta anch'esso sulla sterrata. Non è niente di che, e volendo si può evitare rimanendo sulla sterrata.
Si scende dalla sterrata per qualche metro, ed ad una casetta in muratura sul tornante, su prende il sentiero finale per Carona. Un facile e godibile S1.
Cima Montebello, Lago Moro, Rifugio Mirtillo, Ex Pista Downhill, Carona
Discesa in Alta Val Brembana dal Lago Colombo, a Branzi per il sentiero 212
Discesa tecnica che non da tregua nel finale S4. Salita agevole con un E-Bike con il walk.
Si parte da Carona e si sale per la strada al Rifugio Calvi. Prima dell'incrocio per il Sentiero Estivo c'è una variante a destra non segnalata che immette in tale sentiero evitando un tratto di salita.
Si continua per il Sentiero Estivo che si lascia all'incrocio per i Laghi Gemelli. Si continua per il Lago Sardegnana con il tratto finale a spinta. Si scenda sul lago con un facile sentiero (senza bisogno di protezioni).
Si continua la salita per i Laghi Gemelli. Questo tratto è esposto, ma è sempre presente una barriera di protezione e si può fare in sicurezza. Le due brevi gallerie si possono fare senza luci.
Dall'incrocio con il sentiero 211 che sale da Carona è quasi tutto a spinta fino al Lago Marcio. Si costeggia il lago, e dopo un ennessimo tratto a spinta si raggiunge il Rifugio Laghi Gemelli dove c'è anche una fontanella.
Si attraversa la diga e si risale fino al Lago Colombo dove inizia la discesa.
Il sentiero dalla diga è un facile S1 (a parte un singolo passaggio) fino alla Casa dei guardiani, dove inizia il sentiero 212. Si procede con un facile S1 fino al Lago Piano delle Casere dove inizia la parte tecnica. Inizialmente S2, ma la difficoltà va in crescendo prima S3 e a seguire S4 per tutta la seconda metà. Il sentiero è tutto ciclabile ma decisamente ostico ed impegnativo. Vedete voi cosa fare e cosa no.
Il sentiero termina su una sterrata erbosa, ma è possibile continuare per tagli S2 fino a Branzi.
Lago Colombo, Lago Piano Casere, Sentiero 212, Branzi
Si parte da Peghera (parcheggio nei pressi del cimitero) e tramite facili sterrate e mulattiere S1 si scende al Ponte dei Senesi. Nella mulattiera ci sono dei tagli più tecnici S2, ma fattibili anche senza protezioni.
Passati sull'altro versante si risale per sterrate fino alla strada di fondovalle e proseguendo su asfalto fino a Vedeseta. Si prende la mulattiera S1 per Lavina, si continua per un breve pezzo di asfalto fino al Ponte Lavina e si risale brevemente sull'altro versante fino alla sterrata che risale a Roncalli, Piazzoli e allo scollinamento della Bocchetta del Grassello.
Dopo Piazzoli la sterrata finisce e si risale per sentiero, con alcuni tratti a spinta.
Dalla bocchetta si prosegue per sentieri, praticamente sempre pedalabili (con E-Bike), fino ai Canti. All'inizio del ripido impossibile nel prato, girare a sinistra nel bosco, e seguire la traccia di sentiero che sale obliqua.
La discesa inizia dalla cima dei Canti verso l'area picnic, prendendo il sentiero più sinistra, sotto la cresta. Non prendere il sentiero che da subito va in cresta, in quanto troppo esposto.
Si raggiunge comunque la cresta erbosa, fino alla deviazione a sinistra, marcata come sentiero 569>.
Il primo tratto è difficile, per il terreno sassoso e sdrucciolevole, ed alcuni tratti in contropenza ed esposti. Ma appena finito il pendio inizia un bel sentiero S2 tra boschi e prati.
Ci sono comunque un paio di passaggi S3, non fatevi cogliere di sorpresa.
Discesa in Alta Val Brembana passando dal Lago Moro, Passo di Valcervia, Passo Dordona, Foppolo e Valleve
Discesa tecnica S3 con alcuni tratti S4. Impegnativa ma di soddisfazione.
Si parte da Valleve e tramite asfalto si sale a Foppolo. Si continua tramite cementate e sterrate fino a Montebello ed al Lago Moro. Dal lago si sale a spinta al Passo di Valcervia e alla Cima Montebello dove inizia la discesa. Sono circa 15 minuti a spinta. Agevole anche con E-Bike.
Dalla cima si torna indietro pochi metri e si prende il sentiero che scende sulla sinistra. Subito tecnico S3 fino al forcellino. Inizia il tratto più tecnico S4, con alcuni punti esposti. E' molto breve, e presto diventa un agevole S2 che passa sopra il Laghetto delle Trote.
Il sentiero continua in costa, con qualche sali e scendi, e con un poco di esposizione, fino alla strada che sale al Passo Dordona, dove vale la pena visitare le trincee della Linea Cadorna.
Dal passo si continua la discesa per Foppolo con un bel sentiero tecnico. Prima S3 e a seguire S4. Passato il ponticello di legno, il sentiero diventa uno scorrevole S2.
Il sentiero termina ai ferma valanghe sopra Foppolo, dove tramite sterrate e facili collegamenti si raggiunge la zona degli alberghi. Oltre il piazzale adibito a parcheggio si prende la bella Pista di sci di fondo che ci porta all'inizio del sentiero finale. Un bel tecnico S3 nella pineta fino a Valleve.
Alle prime case, non andare sulla strada principale, ma prendere il percorso pedonale che riporta al centro del paese.
Cima Montebello, Passo Dordona, Foppolo, Valleve
Salita Foppolo, Lago Moro, Passo di Valcervia, Cima Montebello
Discesa S2 con un traverso a tratti esposto. Tratto finale della discesa su cementata.
Si parte da Carona e si sale sotto la seggiovia per la ripida sterrata. Con una E-Bike è ciclabile, con una muscolare rassegnatevi a spingere per vari tratti.
All'arrivo della seggiovia si entra nella conca della Val Carisole che si attraversa, sempre su sterrata, fino all'inizio della salita per il Passo della Croce.
Prima di arrivare al passo, si svolta a destra e in breve si continua su una vecchia strada, ora divenuta un sentiero erboso, che sale in costa con segnavia 208.
Si incrocia e prende la strada sterrata che sale al Lago di Carisole e agli impianti di Conca Nevosa.
Prima di arrivare all'arrivo della seggiovia, si scende sulla destra su una sterrata secondaria che ci riporta sul sentiero 208. Volendo è possibile rimanere su questo sentiero ed evitare la salita al lago.
Si risale il 208 a spinta fino a raggiungere la cresta del Monte Chierico. Si risale brevemente anche la cresta fino all'inizio della discesa.
La discesa inizia con un breve tratto a spinta, poi diventa un sentiero tecnico S2, con qualche passaggio S3. Si procede in discesa fino a un lungo traverso che ci porta in Val Sambuzza. Fate attenzione che nel traverso ci sono punti esposti, e il sentiero è in contropendenza.
Entrati nella valle la discesa continua con un bel sentiero S2, terminando nella cementata che porta alle Cascate della Val Sambuzza e proseguendo a Carona.
Ci sono due varianti alla discesa, che però sconsiglio. Attraversando il ponte sul Torrente Sambuzza c'è un sentiero che si riconnette a Pagliari. Il sentiero inizia bene, ma il tratto finale è una pietraia molto ostica con tornanti stretti. Difficilmente ciclabile.
A Pagliari è possibile prendere il sentiero sull'altro versante che porta alla Centrale di Carona. Non è niente di particolare, alcuni punti esposti, e vari sali-scendi dove occorre spingere. Comunque ciclabile.
Cresta Monte Chierico, Val Sambuzza, Carona
Salita Carona, Val Carisole, cresta Monte Chierico
Discesa in Alta Val Brembana dalla Cima di Lemma, al passo Tartano fino a Valleve
Discesa con un tratto iniziale S3 e a seguire un più agevole S2. Salita al Passo di Lemma quasi interamente pedalabile, e alla Cima di Lemma a spinta, fattibile in E-Bike con il walk.
Si parte da Vallave e tramite asfalto si arriva a San Simove. Per sterrata si raggiunge la Baita Camoscio e si continua, sempre per sterrata, fino a raggiungere il sentiero 101. Si lascia la sterrata ed inizia la salita per il sentiero 116 che porta al Passo di Lemma. E' una strada militare a pendenza constante, quasi interamente pedalabile.
Dal passo si scende brevemente ai Piani di Lemme, e al cartello si svolta a destra per seguire una labile traccia di sentiero pedalabile. Evita il primo tratto di cresta. Dopo circa 400, svoltare a destra e raggiungere a spinta la cresta. Attenzione che alla svolta a destra c'è anche il sentiero che continua dritto sotto la cresta, ma il tratto finale è estremamente ripido. A occhio è meglio spostarsi sulla cresta.
La cresta è interamente a spinta. Con un E-Bike è agevole usare il tasto walk, a parte due punti dove occorre sollevare la bici.
Dalla Cima di Lemma inizia una bella discesa tecnica S3, ma mai particolarmente difficile. Appena prima del Passo di Tartano c'è un breve tratto di due minuti da fare a piedi.
Al passo si notano le fortificazioni della Linea Cadorna risalenti alla Prima Guerra Mondiale per difendersi da un potenziale attacco austriaco dalla Valtellina.
Queste sono le zone di Jon Rambo Tartano, personaggio caratteristico della Val Tartano.
Si continua la discesa per una strada militare a pendenza costante, ora un sentiero S2. Al primo tornante a destra, lasciare il sentiero principale e prendere quello più sotto nell'erba. E' un più agevole S1 fino al Baitone Saline. Prendere il sentiero verso il basso, molto pendente, ma sempre S2 fino ad attraversare il torrente.
Il sentiero continua in costa, di base un S2, ma con alcuni passaggi S4 che possono prendere alla sprovvista.
Raggiunta la strada che porta a Foppolo, scendere per qualche metro in asfalto, e prendere il primo sentiero a sinistra. Un S2 che porta fino a Valleve.
Per raggiungere il centro del paese, non fare la strada principale, ma seguire il percorso pedonale sulla sinistra.
Cima di Lemma, Linea Cadorna, Passo Tartano, Valleve
Discesa in Alta Val Brembana dal Passo Selletta, al Rifugio Calvi e Carona per il Sentiero Estivo
Discesa tecnica S3 con punte S4 nel Sentiero estivo. Salita al Passo Selletta a spalla, sconsigliato in E-Bike per i numerosi gradoni. Vari tratti a spinta nella discesa interrompono il ritmo e prosciugano energie.
Si parte da Carona e tramite sterrata si raggiunge il Rifugio Longo e il Lago del Diavolo. Qui inizia la salita al Passo Selletta tutta a spinta o a spalla di circa un ora. Dati i numerosi gradoni, è sconsigliata in E-Bike, anche se possibile. Si arriva quasi a 2400m, e la fatica si sente.
Dal passo si percorre a spinta qualche metro in costa, e al cartello inizia la discesa sulla destra con segnavia 246. Il sentiero è molto scavato, e conviene tagliare per i prati. Il primo tratto è un S3, ma dopo pochi minuti diventa un godibile S2.
La discesa continua fino all'incrocio con il sentiero 225 dove tratti in leggera discesa si alternano a tratti a spinta e in salita fino al Rifugio Calvi.
Dal rifugio si scende per la sterrata alla Diga di Fregabolgia e si prosegue sempre su sterrata fino all'imbocco del Sentiero estivo.
Il primo tratto è un S2, ma dopo l'incrocio per i Laghi Gemelli la difficoltà aumenta a S3, con punte S4. Anche qui un paio di tratti a spinta in salita.
Raggiunto Pagliari è possibile interrompere la discesa e rientrare a Carona per la sterrata, oppure, se si hanno ancora energie, continuare fino alla centrale di Carona per sentiero.
Le mie erano terminate e ho interrotto.
Discesa in Alta Val Brembana dai Piani dell'Avaro ai laghetti di Ponteranica alla diga di Valmora e Caprile
Discesa tecnica S3. Dai Laghetti di Ponteranica qualche passaggio S3, e dalla Diga di Valmora discesa più tecnica S3.
Si parte da Santa Brigida e si raggiungono i Piani dell'Avaro tramite asfalto. Da qui inizia la salita per sterrate per raggiungere l'incrocio con il sentiero 101. Alcuni tratti a spinta.
Si continua la risalita per i Laghetti di Ponteranica con ancora qualche tratto a spinta. I laghetti hanno questo nome perché nel XVI secolo il Comune di Ponteranica aveva acquistato questi pascoli per portare gli animali degli allevatori locali in alpeggio.
Arrivati al laghetto superiore, spostarsi sul versante Est dove inizia la discesa.
La discesa non segue il sentiero di risalita, tipicamente molto frequentato dai pedoni, ma passa per un sentiero alternativo che parte dal laghetto superiore che si vede bene durante la risalita.
La vista da sotto lo fa sembrare molto esposto, ma in realtà si sviluppa su un pianoro senza problemi di esposizione.
Il sentiero inizia molto labile, ma presto diviene evidente con un bel primo tratto tecnico S3.
Passato un torrente, le difficoltà diminuiscono a S2, con qualche pietra da passare a piedi, fino alla discesa finale con un paio di tornanti S3. Qua c'è l'unico punto esposto, ma basta stare sul prato più interni al sentiero.
Si incrocia il sentiero 101 e lo si segue nel primo tratto di discesa, facendo attenzione a prendere la deviazione perpendicolare a destra. Questa variante è interamente ciclabile, anche se a tratti poco visibile, ed evita il tratto più ostico del 101. Il sentiero termina alla Diga di Valmora.
Dalla diga inizia una bella discesa tecnica fino a Losco. Inizialmente S3 per dei tornanti stretti e a seguire S2. A tratti il sentiero è esposto, ma è sempre molto largo e non da problemi. L'unica difficoltà è il superamento di una pietraia di una vecchia frana.
Da Losco si prosegue su strada fino a Caprile Inferiore dove si prende un facile sentiero S1 che ci porta nei pressi di Santa Brigida.
Laghetti di Ponteranica, Diga Valmora, Caprile, Santa Brigida
Discesa in Alta Val Brembana dai Piani dell'Avaro, al Monte Mincucco, Alpe Cantedoldo fino ad Averara
Doppia discesa tecnica S2, con vari tratti S3. La prima dal Monte Mincucco, e la seconda dall' Alpe Cantedoldo, separate da una breve risalita.
Si parte da Averara e si raggiungono i Piani dell'Avaro tramite asfalto. Da qui inizia la salita per sterrate per raggiungere l'incrocio con il sentiero 101. Sul finale alcuni tratti sono di estrema pendenza, al limite della fattibilità con una E-Bike.
Dall'incrocio con il sentiero 101, si sale al Monte Mincucco. Inizialmente con un facile sentiero in piano, con a seguire alcuni tratti a spinta. La salita alla cima vale la pena per il panorama, ma volendo si può evitare l'ultimo tratto continuando per il sentiero principale.
Dalla cima inizia la bella discesa per la Diga di Valmora. E' un S2, ma con un tratto a tornanti S3. Dalla diga si risale brevemente fino a incrociare la strada che porta al Passo San Marco.
Si lascia subito l'asfalto, per intraprendere la discesa per l'Alpe Cantedoldo che termina ad Averara. Discesa tecnica S2, con tratti S3.
All'Alpe Cantedoldo c'è una fontanella.
Monte Mincucco, Diga di Valmora, Alpe Cantedoldo, Averara
Discesa in Val Cavallina dal Monte Colombina a Bossico e Sovere.
Discesa mista che alterna sentieri, sterrate e tratti in asfalto. Bello il tratto iniziale vertical S3.
Si parte da Sovere e tramite sterrate si risale con qualche sali scendi la Val Borlezza fino a Cerete. Si inizia la salita su asfalto per Songavazzo e il Monte Falecchio. Dopo il monumento agli Alpini la strada diventa sterrata e si segue il segnavia 556 che sempre tramite sterrate e ripide cementate porta a San Fermo.
Si prosegue per il sentiero 555 che presto si lascia per prendere la deviazione 555A a destra per la cima del Monte Colombia.
La discesa inizia con un bel ripido S3, pendente, ma senza esagerare. Si prosegue con un sentiero S2 fino Al Cadì de la pest dove diventa una sterrata fino al Forcellino di Bossico. Si prosegue alternando sentieri S2 e sterrate. E' fondamentale seguire la traccia dati i numerosi incroci fino a Bossico.
Si scende per asfalto fino a riprendere il sentiero S2 per il Passo delle croci. Risalita su ciotolata e ancora discesa per sentiero S2 (con breve tratto S3) fino a sopra Lovere. Tratto finale su asfalto per ritornare a Sovere.
Discesa in Val Cavallina dal Valico di San Fermo, lungo tutta la cresta tra la Val Cavallina e la Val Calepio fino alla Buca del Corno, e Zandobbio.
Discesa mista che alterna sterrate a sentieri S2, con pochi passaggi S3.
Si parte Zandobbio e tramite la ciclabile si arriva fino a Grone dove si sale fino al Valico di San Fermo. La traccia segue la classica salita su asfalto.
Arrivati al Valico di San Fermo inizia la discesa, prima un facile S1, qualche sterrata, e una risalita su sentiero fino allo scollinamento sul versante Sud, nei pressi del Col Forca.
Inizia una discesa tecnica S2. Fate attenzione ad qualche passaggio S3, tra cui la prima curva a inizio sentiero.
Si continua alternando tratti S1/S2 di sentieri e sterrate, con vari saliscendi. Prestate sempre attenzione alla traccia GPS dato che gli incroci sono molti.
Prima del Pizzo Mosca occorre passare presso un capanno con un cartello di divieto di accesso. Ma è anche dove passa il sentiero CAI 701, presumo quindi che in periodi non di caccia non ci siano problemi.
Una brutta alternativa è di scendere dal lato Sud verso Foresto Sparso, fino a Gafforelli e di risalire per asfalto fino a riconnettersi.
Non ci sono alternative dal lato Nord verso Entratico. La sterrata che risale è privata e chiusa con cancello.
(ho provato entrambi i lati)
Arrivati alla Buca del Corno si può scendere fino alla grotta per vederne l'ingresso. E' accessibile solo su prenotazione. Qui si trova anche una fontanella.
Con un breve tratto di asfalto e sterrata si arriva all'ultima discesa S2, con passaggi S3. La discesa è bella, ma tecnica.
Se si preferisce si può continuare per la facile sterrata fino a Zandobbio.
Discesa in Val Cavallina dal Monte Gremalto per la Val Torrezzo fino a Colognola.
Discesa mista che alterna sterrate a sentieri tecnici S3.
Si parte Borgo di Terzo, si prosegue tramite ciclabile fino a Grone dove si sale fino ai Colli di San Fermo. La traccia segue una sterrata impegnativa da Grone a Sant'Antoino ma è consigliata solo con E-Bike. Con muscolare conviene proseguire per asfalto.
Arrivati al Piazzale Virgo Fidelis si sale per cementata alla cima del Monte Gremalto, sentiero 612A e si raggiunge l'anticima con l'antenna dove inizia la discesa.
Si scende tramite sentiero S1 dall'anticima seguendo la linea di cresta, si prosegue sempre seguendo la cresta con il sentiero 612A tramite prati e sterrate fino al Colle di Caf.
Si scende per la Val Torrezzo lungo il 612, inizialmente per sterrata, fino all'inizio del sentiero tecnico S3, sia per passaggi impegnativi che pietre smosse.
Il sentiero termina sopra il ghiaione formatosi nella Frana della Val Spirola che travolse Monasterolo del Castello nel 1953.
Si scende dal ghiaione, con tratti S2, fino al Bivacco Camillo e Giacomo e alla Madonna del Gerù dove si continua a scendere per sterrate fino all'incrocio con il sentiero 613A.
Si risale lungo uno sterrata impegnativa, fino a riprendere il sentiero, inizialmente S2, poi un facile S1 in costa, con vari sali e scendi. Il sentiero non è esposto.
Si prosegue fino a riconnettersi al sentiero 613, che con tratti tecnici S3, rientra a Colognola e tramite un facile sentiero S1 alla ciclabile.
Discesa in Val Taleggio dal Rifugio Nicola al Pizzo Baciamorti e Sottochiesa
Percorso in quota e discesa con punte S3, ma principalmente S1. Tratti a spinta in salita. E' simile al percorso Pizzo Baciamorti, Rifugio Gherardi ma in senso inverso.
Si parte da Sottochiesa e tramite asfalto si raggiunge Pizzino. Poco oltre inizia la sterrata che porta fino ai Piani di Artavaggio e al Rifugio Nicola.
Dal Rifugio Nicola si risale ancora un poco fino alle pendici del Monte Sodadura che si passa sul versante Nord con un sentiero in leggera discesa fino al Passo Sodadura
Si prosegue inizialmente in salita sullo spartiacque, e si continua con vari sali scendi fino alla Bocchetta Regadur.
Si ricomincia a salire, sempre pedalabile fino alle pendici del Monte Aralalta. Qui inizia un tratto a spinta di 100m di dislivello. E' su prato e si può condurre la bici a spinta senza spallare.
Raggiunta la cresta si procede pelando fino alla vetta del Monte Aralalta e a seguire alla cima del Pizzo Baciamorti.
La discesa inizia con un tratto vertical S3. Se l'erba non è viscida conviene scendere nel prato, oppure fare il sentiero ma facendo attenzione alle pietre smosse.
Dopo poco la difficoltà scende fino ad un facile S1, con tratti S2 fino al Passo Baciamorti.
Il nome è dovuto alla necessità, fino al 1600, di trasportare le salme dei defunti di Cassiglio attraverso questo passo per dargli sepoltura a Pizzino.
Dal passo si segue il facile sentiero S1 fino a Quindicina. La traccia prosegue su alfalto fino ad una cementata sulla sinistra. Se l'erba è bassa si può evitare l'asfalto e passare per campi seguendo questa traccia che si ricongiunge poco dopo a Piazza Morandi.
Si prosegue fino al borgo Retaggio dove inizia un bel sentiero flow S1 che termina a Grasso. Si risale brevemente a Pizzino e si scende dalla mulattiera della chiesa.
Pizzo Baciamorti, Sottochiesa
Salita Pizzino, Piani di Artavaggio, Rifugio Nicola, Pizzo Baciamorti
Discesa in Val Cavallina dal Monte Pranzà al Ceusulì e Casazza.
Discesa dal Monte Pranzà per il Cesulì e finale tecnico con punte S4.
Si parte Casazza e dopo un primo tratto di asfalto per la classica salita per il Colle Gallo si prende una salita alternativa per sterrate e sentieri. E' molto ripida, e quindi più indicata per E-Bike.
A parte pochi metri a spinta è completamente pedalabile. Ma nel caso di muscolari è probabilmente meglio continuare per asfalto fino al Colle Gallo per la pendenza elevata.
Dal Colle Gallo si prende la strada asfaltata per Faisecco dove inizia la salita per sentiero. Si evita il primo tratto del sentiero 609A, non pedalabile, proseguendo per sterrata, e ricongiungendosi poco dopo.
All'incrocio con il sentiero 622 si svolta a destra verso il Monte Pranza. E' una facile salita pedalabile fino al roccolo.
Per continuare fino alla croce del Monte Pranza sono una decina di minuti a spinta.
Oltre la croce si può continuare per raggiungere il punto panoramico, ma conviene lasciare la bici e proseguire a piedi.
La discesa parte dalla croce e segue il sentiero 622 fatto in salita, fino al Cesulì. L'unico tratto impegnativo S3 è quello dalla croce fatto a spinta in salita, dopo si prosegue con godibili S1 ed S2.
Dal Cesulì si continua per il 622, facendo attenzione alla secca svolta a sinistra per il 625. E' un punto ripido, fate attenzione a non mancare la svolta, perchè per tornare indietro occorre risalire a spinta.
Si prosegue in costa con un sentiero S1, ma con alcuni passaggi tecnici S3. Si prosegue fino a una baita dove arriva una sterrata. Non si prende la sterrata, ma si continua per il sentiero 625, con alcuni ingressi non molto visibili fino alla Fontada de Lef. Fate attenzione ad alcuni passaggi più tecnici S3.
Si prosegue per sterrata in piano fino al tratto finale di sentiero per Casazza che presenta le maggiori difficoltà tecniche S3 con punte S4.
Discesa in Val Cavallina dal Monte Boario a Solto Collina.
Discesa tecnica dal Monte Boario. La parte più tecnica è la prima S3, si prosegue poi con tratti S1 ed S2. Nel finale si perdono circa 300m di dislivello su strada e sterrata.
Si parte da Solto Collina e tramite facili sterrate si raggiunge Fonteno. Si sale ripidi per la Mulattiera del Torès e per la Strada dei Brugai. Arrivati alla fine della strada, si prosegue sulla cresta Est tramite sentiero, a tratti a spinta, fino alla cima del Monte Boario.
Nella salita tra Solto Collina e Fonteno si passa accanto alla Panchina Gigante di Riva di Solto.
La discesa segue il sentiero 568, e inizia subito tecnica, con vari passaggi S3. Si raggiunge velocemente uno spiazzo erboso, con un'area picnic e una santella, e da qui inizia un facile tratto S1.
Dopo un secondo prato, fatto in discesa ripida, si rientra nel bosco e si svolta bruscamente a sinistra, lasciando il sentiero 568. Si, risale leggermente, e dopo una poco visibile svolta a destra, incomincia il tratto finale S2.
Si termina sulla strada che riporta a Solto Collina perdendo circa 300m di dislivello. Ci sono però un paio di tagli S3 su sentiero.
Quando si raggiunge la strada, sulla destra si intravede un vecchio sentiero che continuerebbe la discesa. Ma è in stato di abbandono, e si finisce negli spini. Meglio la strada.
Discesa in Val Taleggio dal passo Grialeggio, a Cantiglio e Ponte Becco
Percorso (semi) ciclo alpinistico, con vari tratti impegnativi sia in salita che discesa. Deve piacervi il genere.
Si parte da San Giovanni Bianco dal parcheggio del cimitero, e tramite asfalto si raggiunge prima Pianca e a seguire Brembella. Si continua ancora per asfalto, fino all'inizio della sterrata che segna l'inizio del sentiero 136. Da quota 1350 inizia il vero sentiero, pedalabile solo con una E-Bike, fino al passo Grialeggio. Senza E-Bike sono 350 metri a spinta.
Dal passo inizia un facile trasferimento S1 in costa fino alla Baita Canvervo seguendo il sentiero 102. Si sale leggermente, ed inizia una lunga discesa S2 lungo il sentiero 130, con qualche passaggio a piedi per le rocce sul sentiero, ma senza particolari difficoltà.
All'uscita dal bosco, nonostante i pratoni iniziali, le difficoltà aumentano ad S3, concludendo con i faticosi ghiaioni finali S4, con tratti anche a piedi.
La difficoltà termina all'incrocio con il sentiero 131 che porta a Cantiglio, facilmente raggiungibile per una visita. Ma fate attenzione che la fonte è spesso in secca.
La traccia invece continua per il sentiero 130, principalmente S2, a parte un tratto più tecnico a tornati S3.
La discesa termina nel fondo valle, dove un semplice S1 porta a Ponte Becco.
Raggiunto l'asfalto, si scende lungo la strada che percorre gli Orridi della Val Taleggio, molto frequentata dalle bici da corsa. Non fate la galleria, ma seguite la vecchia strada accanto all'ingresso.
A Pianca c'è una fontana. A Brembella e appena prima della sterrata ci sono sorgenti. A Cantiglio c'è una sorgente, ma spesso è in secca. Non contateci.
Passo Grialeggio, Baita Cancervo, Cantiglio, Ponte Becco
Si parte da Peghera (parcheggio nei pressi del cimitero) e tramite facili sterrate e mulattiere S1 si scende al Ponte dei Senesi. Nella mulattiera ci sono dei tagli più tecnici S2, ma fattibili anche senza protezioni.
Passati sull'altro versante si risale per sterrate fino alla strada di fondovalle e proseguendo su asfalto fino a Vedeseta. Si prende la mulattiera S1 per Lavina, si continua per un breve pezzo di asfalto fino al Ponte Lavina e si risale brevemente sull'altro versante fino alla sterrata che risale a Roncalli, Piazzoli e allo scollinamento della Bocchetta del Grassello.
Dopo Piazzoli la sterrata finisce e si risale per sentiero, con alcuni tratti a spinta.
Dalla bocchetta si prosegue per sentieri, praticamente sempre pedalabili (con E-Bike), fino ai Canti. All'inizio del ripido impossibile nel prato, girare a sinistra nel bosco, e seguire la traccia di sentiero che sale obliqua.
Inizia la discesa, tecnica S2, che segue il sentiero di cresta fino ai Tre Faggi. Ci sono alcuni punti di risalita a spinta, ma molto brevi. Dai Tre Faggi si prosegue sulla sterrata che ritorna nel versante della Val Taleggio, dove inizia il sentiero di cresta in discesa che porta alla Corna Bianca. Anche in questa cresta ci sono alcuni punti di risalita a spinta.
Dalla Corna Bianca si prosegue con una bella, ma breve, discesa tecnica S2, fino a raggiungere i prati sottostanti. Si continua con un breve tratto di sentiero, ma poi si scende solo per sterrate e cementate fino a Peghera.
Discesa in Val Cavallina dal Monte Torrezzo a Endine Gaiano.
Discesa tecnica S2 dal Monte Torrezzo. Un primo tratto a scalette da fare a piedi. Nel finale si perdono circa 300m di dislivello su sterrata.
Si parte da Endine Gaiano e tramite facili sterrate si raggiunge prima Solto Collina e Fonteno. Si sale ripidi per la Mulattiera del Torès. Una lunga cementata fino al Colle di Caf. Si prosegue su asfalto fino alla Malga Torrezzo. Con una breve sterrata si raggiunge un punto panoramico sopra il lago d'Endine dove inizia la discesa.
Nella salita tra Solto Collina e Fonteno si passa accanto alla Panchina Gigante di Riva di Solto.
La discesa inizia con una scaletta S5. E' quel 2% considerato non ciclabile. Meglio farlo a piedi. A seguire è un lungo sentiero S2, ripido a tratti.
Da Rumignano si prosegue la discesa su sterrata fino ad Endine Gaiano. Si perdono 300m di dislivello su sterrata.
Discesa in Val Taleggio dai pressi del Passo della Sella, al Corno Zuccone fino a Reggetto e Sottochiesa
Discesa tecnica, ma non troppo. Principalmente S2, con punte S3.
Si parte da Sottochiesa e tramite una combinazione di sentieri e sterrate si raggiunge Avolasio. Nel percorso si passa nei pressi della Torre degli Alpini.
Alcuni tratti di sentiero sono impegnativi per la pendenza. In alternativa è possible fare la salita interamente in asfalto fino ad Avolasio.
Da Avolasio si prende la cementata/sterrata che porta ai Piani di Artavaggio. Si passa dai Prati di Giugno, e oltre il Passo della Sella fino all'imbocco del sentiero 152.
La discesa segue il sentiero 152. Inizia con un breve tratto di sterrata, a cui segue un facile sentiero S1 per i boschi sotto il Corno Zuccone. Quando si ha la vettà di fronte, si scende sulla destra.
Superato il Corno Zuccone la discesa diventa più tecnica. S2 con punte S3, fino a Reggetto. Si prosegue per facili sentieri S1 fino a San Bartolomeo. Dopo il paese, si svolta a sinistra per una conclusione tecnica S2 fino a Sottochiesa.
Passo della Sella (incrocio 152), Corno Zuccone, Reggetto, Sottochiesa
Salita Sottochiesa, Reggetto, Avolasio, Passo della Sella